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Donna in rosa

  • Immagine del redattore: Carla Orzati
    Carla Orzati
  • 1 mar 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

Nel mio blog ho una parte riservata ad artisti toscani che hanno operato nel nostro territorio che potremmo definire post-Macchiaioli. In questi giorni ho avuto la fortuna di incontrare un artista grossetano che abita a Suvereto che si discosta dal classico figurativismo e che mi ha colpito per i suoi quadri particolari e molto audaci: si tratta di Paolo Lelli. La Donna in rosa è il suo primo dipinto di in cui mi sono voluta cimentare perché di primo acchito mi ha ricordato un'opera che amo molto di Pablo Picasso,una Maternità del periodo rosa, quando non era ancora entrato con prepotenza nel cubismo grazie al quale divenne il protagonista assoluto della pittura moderna. Picasso utilizza delicatamente i toni dell'arancio ma soprattutto del rosa che è il colore preponderante di questo dipinto. Il rosa è il protagonista anche della tela del Lelli, prevale sullo sfondo, sulla carnagione della ragazza, mescolato con sapienza a striature di azzurro, giallo, verde. In forte contrasto con esso il nero corvino della zazzera ribelle che esce fuori da una fascia stile anni '50 che la ragazza sa portare con estrema disinvoltura, ancora il rosa in contrasto con il nero delle sopracciglia ben delineate. Mi immagino questa bellissima giovane donna colta nell'atto dello spogliarsi, osservata dal pittore dal buco della serratura un po' alla maniera di Degas, dotata di una forte carica sensuale che si coglie a mio avviso nel seno dirompente, nelle labbra carnose ma soprattutto nella posa delle gambe piegate con il particolare accattivante delle giarrettiere bordate di nero.




 
 
 

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